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      Attraverso costoro passavano pure altri non meno luridi pellegrini che fuggivano dalla città, non già sperando di trovare in altra parte più facile sostentamento, ma per morire altrove, per mutare un cielo divenuto odioso, per non veder più quei luoghi dove avevano tanto patito. Così crescendo sempre il numero dei poveri a misura che la popolazione s'andava scemando era trascorso l'inverno e già avanzata la primavera. E quei poveri si andavano sempre più condensando nella città; accorrevano la più parte negli alberghi; e avrebbe dovuto essere bene spietato, ma anche ben sicuro il padrone che negasse loro quella ospitalità: quivi giacevano le notti ammucchiati su la paglia, sul letame: le case, le vie si riempivano di malati, di cadaveri, di cenci,
      e di puzzo: dimodoché si cominciò a temere che alla fame tenesse dietro la contagione. Il tribunale della Sanità instava presso quello della Provvisione perché si antivenisse questa nuova sciagura; e proponeva che seguendo l'esempio e dilatando l'opera di Federigo, raccolto tutto ciò che poteva esser destinato al pubblico soccorso, si distribuisse nutrimento a quelli che ne mancavano, e gl'infermi si raccogliessero, e si collocassero in diversi ospizj per rendere più facile il servizio, e per evitare i pericoli di una troppo grande riunione. Ma nella Provvisione prevalse il partito di raccattare tutti gli accattoni validi e infermi nella fabbrica del Lazzeretto.
      I medici conservatori del Tribunale della Sanità, protestarono contra questo disegno, allegando che in una tanta turba ammassata in un luogo e costretta in picciole stanze l'epidemia sarebbe stata inevitabile; ma alle proteste non si diede retta, come afferma il Tadino uno di quei medici.


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Fermo e Lucia
di Alessandro Manzoni
pagine 802

   





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