Il Duca d'Olivares, istigato continuamente dal Cordova governatore di Milano, strinse un trattato col Duca di Savoja contra il novello Duca di Mantova. Questi si pose sulla difesa, si venne alle mani, Carlo Emmanuele invase il Monferrato, e Cordova pose l'assedio a Casale. Il Duca di Mantova stretto da due nemici potenti invocava gli amici; ma i Veneziani non volevano muoversi se il re di Francia non mandava un esercito in Italia, e il re di Francia o il Card. di Richelieu, era impegnato nell'assedio della Rocella. Presa questa, parati o vinti certi intrighi imbrogliatissimi di Corte, il re e il cardinale s'affacciarono all'Italia con un esercito, chiesero il passo al Duca di Savoja; si trattò, non si conchiuse, si venne alle mani, i Francesi superarono, e acquistarono terreno, si trattò di nuovo, il passo fu accordato, il re e il Cardinale s'avanzarono, trassero agli accordi il Cordova spaventato, gli fecero levare l'assedio di Casale, vi posero guernigione francese, e tornarono a casa trionfanti, e accompagnati da due sonetti dell'Achillini. Il primo, quello che comincia col famoso verso:
Sudate o fochi a preparar metalli,
è tutto di lode; l'altro è di consiglio; perché la poesia ha sempre avuto questo nobile privilegio di ravvolgere avvisi sapientissimi, e insegnamenti reconditi negli idoli lusinghieri della fantasia, e nella magica armonia dei numeri.
L'Achillini consigliava il re di Francia vincitore della Rocella e liberatore di Casale di tentare l'impresa del Santo Sepolcro, né più né meno.
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