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      L'annunzio della venuta di costoro portò il terrore nei distretti per dove avevano a passare: nelle altre parti si diceva: «povera gente! stanno freschi: chi sa come gli acconciano coloro! vedrete che non lasceranno loro altro che gli occhi per piangere; sia lodato Dio che non passeranno per di qua». Ma chi sapeva che quell'esercito portava la peste con sè, e l'aveva già disseminata nei luoghi dove aveva stanziato, sentiva qualche cosa di più che una fredda pietà per altrui. La maggior parte però degli abitanti del Milanese o non lo voleva credere, o non se ne curava, o con quella fiducia senza motivi così strana, e così comune, diceva: «Poh! che ha da venire la peste da noi?»
      Colico sulle rive del lago di Como presso alla foce dell'Adda, fu la prima terra che toccarono quei demonj; e, dopo d'averla messa a sacco l'arsero addirittura, se per rabbia di non avervi trovato abbastanza bottino, o pel diletto di fare una baldoria, non si sa. Di là, senza curarsi d'itinerario né di poste assegnate, ma guardando solo dove fosse più da sperarsi bottino, si gettarono sopra Bellano, lieto paese sulle falde d'un monte e alla riva del lago. Gli abitanti ammoniti dall'esempio recente e dalla prossima ruina avevano o nascoste sotterra, o trasportate in fretta sui monti le cose più preziose, e le più facili a trasportarsi; e molti di essi s'erano appiattati lassù, abbandonando le case. Con tanto più di furore v'entrarono quelle masnade, e delle cose lasciate, presero tutto ciò che poteva loro servire e sperperarono ed arsero il resto, mobili, botti, travi.


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Fermo e Lucia
di Alessandro Manzoni
pagine 802

   





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