Pagina (643/802)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      Era appunto su la porta quando giunsero i nostri pellegrini; gli riconobbe tutti e tre, e gli accolse tutti con pronta cordialità; ma alla madre di Lucia fece una accoglienza particolare nella quale traspariva come una gratitudine perché ella gli desse ora una occasione di compensare alquanto in quello stesso castello la terribile ospitalità che vi aveva trovato la figlia. «Bene avete fatto, brava donna», disse il Conte, «di cercare qui un ricovero. Bene avete fatto di ricordarvi di me: fate stima di esser in casa vostra. Voi ci portate la benedizione».
      «Oh appunto!» rispose Agnese: «sono venuta a darle incomodo».
      Il Conte le chiese con premura novelle di Lucia, e udite che le ebbe, si rivolse a Don Abbondio, e disse: «La ringrazio Signor curato ch'ella degni scegliere un asilo in questa casa».
      - Manco male che conosce i suoi meriti - pensò Don Abbondio, e cominciò per rispondere: «In questi frangenti... in queste circostanze... non si... tutto è...» Ma vedendo che la frase così cominciata non poteva venire a bene, la convertì in un inchino profondo.
      «Son già arrivati alla sua parrocchia coloro?» domandò il Conte.
      «Dio liberi!» rispose Don Abbondio: «Dio liberi! Non sarei qui vivo e sano ad implorare la protezione del Signor Conte».
      «Si faccia cuore», ripigliò questi: «qua su non verranno; ma se volessero tentar la prova, siamo pronti a riceverli. In ogni caso la sua presenza è preziosa, Signor curato: ella potrà animare questa brava gente alla difesa della vita di tanti deboli, della pudicizia di tante donne che confidano in noi».


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Fermo e Lucia
di Alessandro Manzoni
pagine 802

   





Lucia Conte Agnese Conte Lucia Don Abbondio Don Abbondio Conte Don Abbondio Signor Conte