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      Per alcuni il capo degli untori (il bisogno creō allora il vocabolo) era senza dubbio il tal principe, che voleva far morire gli abitanti del ducato, per impossessarsene a man salva; per altri era il Cordova che voleva vendicarsi degli urli e dei fischj con che nel suo partire l'aveva accomiatato il popolo memore della fame durata nel suo governo; altri nominava D. Giovanni Padilla figlio del Castellano di Milano; altri il duca di Friedland, Vallenstein; altri disegnava un nobile che si trovava a Roma; e questa voce crebbe tanto, che fu detto e creduto che egli era stato preso, ed era mandato a Milano per subirvi il supplizio: l'universale lo aspettava con ansietā, i parenti tremando e nascosti; e tutto era un sogno. Alcuni disegnavano altri nobili come complici, alcuni disegnavano uomini sconosciuti; alcuni accertavano che tutto veniva dai Francesi. Il furore era al colmo, nessun supplizio si stimava troppo crudele pel capo e pei complici. Nč č da farsene maraviglia; un tal sentimento č troppo facile a nascere in un popolo il quale crede che v'abbia degli uomini che tentano di avvelenarlo in massa. Dal che si vede, che a volere impedire gli effetti talvolta tanto iniqui e tanto crudeli di simili esacerbazioni popolari, č scarso, e tardo rimedio l'intercedere, il predicare la moderazione, il perdono, quando gli animi sono persuasi della realtā dell'attentato; bisogna cercare di prevenire la persuasione, e sopra tutto guardarsi dal secondarla ripetendo ciecamente i primi romori publici.


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Fermo e Lucia
di Alessandro Manzoni
pagine 802

   





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