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      Il viandante straniero che non ben sapendo fra che uomini si trovava, si rallentasse a baloccare sul cammino, o che stanco si sdrajasse per riposare, il mendico che per città si accostava altrui tendendo la mano, colui che inavvertentemente toccasse la parete d'una casa, l'affrettato che urtasse altri per via, erano untori; al terribile grido d'accusa accorrevano quanti avevan potuto udirlo; l'infelice era oppresso, straziato, talvolta morto dalle percosse, o strascinato alle carceri tra gli urli e sotto le battiture, benediceva nel suo cuore affranto quelle porte, e vi entrava come dalla tempesta nel porto. E quante volte saranno accorsi alle grida, avranno partecipato al furore comune, di quegli stessi che più tardi poi dovevano esser vittime d'un simile furore.
      Così l'irreligione esacerbava la sciagura che una applicazione falsa ed arbitraria della religione aveva estesa ed accresciuta. Dico l'irreligione, perché se l'ignoranza e la falsa scienza delle cose fisiche, e tutte le altre cagioni di cui abbiamo parlato di sopra poterono far ricevere comunemente l'opinione astratta di unzioni e di congiure, furono certamente le disposizioni anti-cristiane di quel popolo corrotto che rendettero quella opinione attiva, e feroce nell'applicazione. Nessuna ignoranza avrebbe bastato a così orrendi effetti, quando fosse stata congiunta con quel sentimento pio che dispone gli animi alla tranquillità ed alla riflessione, che avverte a pensar di nuovo quando il pensiero diventa un giudizio, una azione su le persone; se fosse stata insomma congiunta con quella carità che è paziente, benigna, che non s'irrita, che non pensa il male, che tutto soffre.


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Fermo e Lucia
di Alessandro Manzoni
pagine 802