«Ma di Lucia non mi sa ella dir nulla?»
«Figliuol caro, che volete ch'io vi dica? Non ne so nulla: è in Milano; cioè v'era: di chi può dirsi ora, v'è? Sarà morta: muojono tutti».
«Ma noi siam pur vivi, e...»
«Per miracolo, figliuolo, per miracolo. E il frutto che ne dobbiam trarre, è di cacciar tutte le bazzecole dalla testa. In Milano, figliuolo! chi vive in Milano? questo è un purgatorio, ma quello è l'inferno. Non vi passasse mai pel capo...»
«E Agnese, signor curato?»
«Agnese è qui: e per miracolo non ha contratta la peste finora; ma si guarda, si guarda; ha giudizio, non vuol vedere nessuno; non le andate fra piedi, che le fareste dispiacere».
«Sia lodato Dio; ma ella né mi vuole ajutare, né vuole che altri m'ajuti».
«Che dite figliuolo? io son tutto per voi, e parlo perché vi voglio bene; e perciò vi torno a dire: non vi passasse mai pel capo... Dio guardi! In Milano! Sapete come state! Una cattura di quella sorte! un impegno! e con tanti nemici che avete! Dio liberi! e poi, so io quel che dico, potreste trovare... chi sa? gente che vuol bene, ma... gente che si piglia impegni di proteggere, e poi... Sostenere... cozzare... basta parlo con tutto il rispetto... ma Dio solo è da per tutto... Si vuole, si comanda, si promette, si fa l'impegno... si scompiglia la matassa, e si dà in mano al curato perché la riordini... e chi ne va col capo rotto è il curato... Fate a modo mio, tornate dove siete stato finora». «Basta», disse Fermo: «non mi aspettava da lei più soccorso di quello che mi abbia avuto.
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