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      Vi lascio con Dio», disse poi alle donne, e uscì dalla capanna. Lucia lagrimando lo seguiva, ed egli le imponeva che tornasse, e così si trovarono entrambi sulla grande strada, dove videro una folla di monatti, che accorreva in tumulto, gridando «aspetta, aspetta», ad altri monatti che guidavano un carro verso la porta. Il carro si fermò quasi davanti ai nostri due amici: quei monatti sopraggiunsero tosto ansanti; e due che portavano un morto lo gittarono sul carro, dicendo un d'essi: «mettetelo bene in fondo costui, che non torni a cavallo, a farci tribolare».
      «Che diavolo è stato», disse più d'uno di quei carrettieri.
      «Il diavolo», rispose il monatto, «l'aveva in corpo costui: è andato su e giù finch'ebbe fiato: se durava ancora, faceva crepare il cavallo: ma è crepato egli, e allora per amore o per forza ha dovuto scendere».
      Il Padre Cristoforo, rivolto allora a Lucia le disse: «ricordatevi di pregare per questa povera anima voi, e vostro marito, per tutta la vita, e di far pregare i vostri figliuoli, se Dio ve ne concede. Tornate alla vostra compagna. Iddio sia sempre con voi». Dette queste parole, prese in fretta il viale, per andarsene alla sua stazione; Lucia, compunta di quella separazione, e atterrita dallo spettacolo, tornò a capo basso e col petto ansante alla sua capanna; e Don Rodrigo su la cima d'un tristo mucchio, fra lo strepito e le bestemmie, usciva dal lazzeretto per andarsene alla fossa.
      Usciamone una volta anche noi; e teniam dietro a Fermo, il quale alloggiò la notte come potè, il giorno seguente benché la pioggia venisse a secchie si rimise in cammino, e si condusse fin presso al suo paese, dove giunse il terzo dì, molle, affaticato, sciupato, ma pure più lieto che non fosse stato da un gran pezzo.


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Fermo e Lucia
di Alessandro Manzoni
pagine 802

   





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