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      – Ma via, mi dica una volta che impedimento è sopravvenuto?
      – Abbiate pazienza, non son cose da potersi decifrare così su due piedi. Non ci sarà niente, così spero; ma, non ostante, queste ricerche noi le dobbiam fare. Il testo è chiaro e lampante: antequam matrimonium denunciet...
      – Le ho detto che non voglio latino.
      – Ma bisogna pur che vi spieghi...
      – Ma non le ha già fatte queste ricerche?
      – Non le ho fatte tutte, come avrei dovuto, vi dico.
      – Perché non le ha fatte a tempo? perché dirmi che tutto era finito? perché aspettare...
      – Ecco! mi rimproverate la mia troppa bontà. Ho facilitato ogni cosa per servirvi più presto: ma... ma ora mi son venute... basta, so io.
      – E che vorrebbe ch'io facessi?
      – Che aveste pazienza per qualche giorno. Figliuol caro, qualche giorno non è poi l'eternità: abbiate pazienza.
      – Per quanto?
      Siamo a buon porto
      , pensò fra sé don Abbondio; e, con un fare più manieroso che mai, – via, – disse: – in quindici giorni cercherò,... procurerò...
      – Quindici giorni! oh questa sì ch'è nuova! S'è fatto tutto ciò che ha voluto lei; s'è fissato il giorno; il giorno arriva; e ora lei mi viene a dire che aspetti quindici giorni! Quindici... – riprese poi, con voce più alta e stizzosa, stendendo il braccio, e battendo il pugno nell'aria; e chi sa qual diavoleria avrebbe attaccata a quel numero, se don Abbondio non l'avesse interrotto, prendendogli l'altra mano, con un'amorevolezza timida e premurosa: – via, via, non v'alterate, per amor del cielo. Vedrò, cercherò se, in una settimana.


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I promessi sposi
di Alessandro Manzoni
pagine 798

   





Abbondio Abbondio