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      Come mai, tutte insieme, non sono bastate a procurare, almeno col numero, al suo nome una fama letteraria presso noi posteri?"
      La domanda è ragionevole senza dubbio, e la questione, molto interessante; perché le ragioni di questo fenomeno si troverebbero con l'osservar molti fatti generali: e trovate, condurrebbero alla spiegazione di più altri fenomeni simili. Ma sarebbero molte e prolisse: e poi se non v'andassero a genio? se vi facessero arricciare il naso? Sicché sarà meglio che riprendiamo il filo della storia, e che, in vece di cicalar più a lungo intorno a quest'uomo, andiamo a vederlo in azione, con la guida del nostro autore.
      CAPITOLO XXIIIIl cardinal Federigo, intanto che aspettava l'ora d'andar in chiesa a celebrar gli ufizi divini, stava studiando, com'era solito di fare in tutti i ritagli di tempo; quando entrò il cappellano crocifero, con un viso alterato.
      – Una strana visita, strana davvero, monsignore illustrissimo!
      – Chi è? – domandò il cardinale.
      – Niente meno che il signor... – riprese il cappellano– e spiccando le sillabe con una gran significazione, proferì quel nome che noi non possiamo scrivere ai nostri lettori. Poi soggiunse: – è qui fuori in persona; e chiede nient'altro che d'esser introdotto da vossignoria illustrissima.
      – Lui! – disse il cardinale, con un viso animato, chiudendo il libro, e alzandosi da sedere: – venga! venga subito!
      – Ma... – replicò il cappellano, senza moversi: – vossignoria illustrissima deve sapere chi è costui: quel bandito, quel famoso.


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I promessi sposi
di Alessandro Manzoni
pagine 798

   





Federigo