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      Quando saprà che ho promesso alla Madonna... ha sempre avuto il timor di Dio. E voi, la prima volta che avrete le sue nuove, fatemi scrivere, fatemi saper che è sano; e poi... non mi fate più saper nulla.
      Agnese, tutta intenerita, assicurò la figlia che ogni cosa si farebbe come desiderava.
      – Vorrei dirvi un'altra cosa, – riprese questa: – quel poverino, se non avesse avuto la disgrazia di pensare a me, non gli sarebbe accaduto ciò che gli è accaduto. È per il mondo; gli hanno troncato il suo avviamento, gli hanno portato via la sua roba, que' risparmi che aveva fatti, poverino, sapete perché... E noi abbiamo tanti danari! Oh mamma! giacché il Signore ci ha mandato tanto bene, e quel poverino, è proprio vero che lo riguardavate come vostro... sì, come un figliuolo, oh! fate mezzo per uno; ché, sicuro, Iddio non ci mancherà. Cercate un'occasione fidata, e mandateglieli, ché sa il cielo come n'ha bisogno!
      – Ebbene, cosa credi? – rispose Agnese: – glieli manderò davvero. Povero giovine! Perché pensi tu ch'io fossi così contenta di que' danari? Ma...! io era proprio venuta qui tutta contenta. Basta, io glieli manderò, povero Renzo! ma anche lui... so quel che dico; certo che i danari fanno piacere a chi n'ha bisogno; ma questi non saranno quelli che lo faranno ingrassare.
      Lucia ringraziò la madre di quella pronta e liberale condiscendenza, con una gratitudine, con un affetto, da far capire a chi l'avesse osservata, che il suo cuore faceva ancora a mezzo con Renzo, forse più che lei medesima non lo credesse.


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I promessi sposi
di Alessandro Manzoni
pagine 798

   





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