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      Non c'è carità: ognun pensa a sé; e a me nessuno vuol pensare –. E tornava in cerca di Perpetua.
      – Oh appunto! – gli disse questa: – e i danari?
      – Come faremo?
      – Li dia a me, che anderò a sotterrarli qui nell'orto di casa, insieme con le posate.
      – Ma...
      – Ma, ma; dia qui; tenga qualche soldo, per quel che può occorrere; e poi lasci fare a me.
      Don Abbondio ubbidì, andò allo scrigno, cavò il suo tesoretto, e lo consegnò a Perpetua; la quale disse: – vo a sotterrarli nell'orto, appiè del fico –; e andò. Ricomparve poco dopo, con un paniere dove c'era della munizione da bocca, e con una piccola gerla vota; e si mise in fretta a collocarvi nel fondo un po' di biancheria sua e del padrone, dicendo intanto: – il breviario almeno lo porterà lei.
      – Ma dove andiamo?
      – Dove vanno tutti gli altri? Prima di tutto, anderemo in istrada; e là sentiremo, e vedremo cosa convenga di fare.
      In quel momento entrò Agnese con una gerletta sulle spalle, e in aria di chi viene a fare una proposta importante.
      Agnese, risoluta anche lei di non aspettare ospiti di quella sorte, sola in casa, com'era, e con ancora un po' di quell'oro dell'innominato, era stata qualche tempo in forse del luogo dove ritirarsi. Il residuo appunto di quegli scudi, che ne' mesi della fame le avevan fatto tanto pro, era la cagion principale della sua angustia e della irresoluzione, per aver essa sentito che, ne' paesi già invasi, quelli che avevan danari, s'eran trovati a più terribil condizione, esposti insieme alla violenza degli stranieri, e all'insidie de' paesani.


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I promessi sposi
di Alessandro Manzoni
pagine 798

   





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