Pagina (609/798)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Oh povero me! In circostanze che si vorrebbe potersi nasconder sotto terra, e costui cerca ogni maniera di farsi scorgere, di dar nell'occhio; par che li voglia invitare!"
      – Vede ora, signor padrone, – gli disse Perpetua, – se c'è della brava gente qui, che ci saprà difendere. Vengano ora i soldati: qui non sono come que' nostri spauriti, che non son buoni che a menar le gambe.
      – Zitta! – rispose, con voce bassa ma iraconda, don Abbondio: – zitta! che non sapete quel che vi dite. Pregate il cielo che abbian fretta i soldati, o che non vengano a sapere le cose che si fanno qui, e che si mette all'ordine questo luogo come una fortezza. Non sapete che i soldati è il loro mestiere di prender le fortezze? Non cercan altro; per loro, dare un assalto è come andare a nozze; perché tutto quel che trovano è per loro, e passano la gente a fil di spada. Oh povero me! Basta, vedrò se ci sarà maniera di mettersi in salvo su per queste balze. In una battaglia non mi ci colgono oh! in una battaglia non mi ci colgono.
      – Se ha poi paura anche d'esser difeso e aiutato... – ricominciava Perpetua; ma don Abbondio l'interruppe aspramente, sempre però a voce bassa: – zitta! E badate bene di non riportare questi discorsi. Ricordatevi che qui bisogna far sempre viso ridente, e approvare tutto quello che si vede.
      Alla Malanotte, trovarono un altro picchetto d'armati, ai quali don Abbondio fece una scappellata, dicendo intanto tra sé: "ohimè, ohimè: son proprio venuto in un accampamento!" Qui il baroccio si fermò; ne scesero; don Abbondio pagò in fretta, e licenziò il condottiere; e s'incamminò con le due compagne per la salita, senza far parola.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

I promessi sposi
di Alessandro Manzoni
pagine 798

   





Perpetua Abbondio Perpetua Abbondio Malanotte Abbondio Abbondio