Risposi li facesse passare.
Avanzavansi con passo vacillante, a guisa di convalescenti, squallidi le vesti e l'aspetto. La barba rasa da alquanti giorni, crescendo uniforme, faceva risaltare il malaticcio pallore del loro volto di venticinque anni, anzi tempo alterato dai solchi della vecchiaia che in quell'età sono i segni di lunghi tormenti e di angoscie profonde; gli occhi erravano incerti o si affisavano senza guardare, e pareva che il pensiero affievolito non avesse più virtù d'illuminarli. Io non ne ravvisai un solo, e dissi sottovoce a Mosto: - Non li conosco.
Accostatisi e vedutomi, notai un subito rianimarsi delle loro fisonomie come all'incontro di persona amica; io stetti sospeso in atto; ed essi: - Non ci riconoscete più? esclamarono con accento velato dalla commozione e un po' forse dal dispetto per la mia freddezza inattesa. Siamo tanto mutati? La vostra sposa ci raffigurò immediatamente e ci ha diretti qui a voi. - E voo scià, proseguì uno di loro volgendosi al maggiore genovese, avete dimenticato Pezzi, che scio Carlo chiamava Sant'Andrea? Mosto sentì rimescolarsi, e cangiò colore non al nome di Sant'Andrea, ma a quello di Carlo, suo giovine fratello caduto a Calatafimi.
Veniamo, altri soggiunse, dalle galere di Favignana. Il 22 luglio del 1857 ci stringeste la mano quando accompagnaste Pisacane a bordo del Cagliari nel porto di Genova, e ci diceste: - A rivederci fra poco. Passarono tre anni; ora ...
Trasalii a tali parole, ogni sillaba delle quali fu un getto di luce, e interrompendoli mi gettai in mezzo a loro, li abbracciai tutti ad una volta, e come meglio mel consentivano l'agitazione, la gioia, la maraviglia, il rossore, li nominai ad uno ad uno e proruppi: - Vivi, ancora vivi!
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