- s'udì ripetere su tutta la linea: e il brigantino col vento in poppa e a vele spiegate tragittando a qualche metro da noi nel più alto silenzio, piegò verso l'ovest, e si perdette rapidamente nell'oscurità. Rinfrancatisi, i marinai si diedero a vogare a tutta lena.
- Quelle tre luci rosse costà, osservò uno di loro indicando colla mano due più alte e la terza più bassa, sono due vapori e una cannoniera. Li notammo partendo. Se ci veggono siamo a tiro.
Ancora un quarto d'ora e la spiaggia calabrese ci si offerse alla vista come una livida striscia sull'onda bruna. Avanti! comandò Rossi a' marinai; cacciate la prora nel lido. E vôlto a noi: Seduti, signori. Indi con forza a mezza voce, ai primi: Voga, voga! Ed ecco la prora penetrar con violenza nella sabbia della riva.
Desideroso di toccare per primo il suolo di Calabria, spiccai prestamente un salto e fui a terra, ma il sottotenente Bezzi divise meco quella priorità. In pochi minuti approdarono successivamente le settanta barchette a mancina della nostra: poscia, vuote dei soldati e delle scale, spesseggiarono al Faro.
Su quel ponte invisibile traversarono lo stretto duecentodieci garibaldini.
CAP. II
I PIONIERI
In obbedienza alle ingiunzioni del comandante, correndo lungo la spiaggia, composi le tre schiere.
Dal dosso sporgente del colle ci sovrastava il forte di Alta Fiumara che a noi pareva già d'avere in mano.
Tornato al comandante, riseppi che le guide paesane mancarono al convegno, ond'io a lui in suono di domanda:
- Dunque?
Ed egli a me tranquillamente: - Si fa senza guide.
| |
Rossi Seduti Voga Calabria Bezzi Faro Alta Fiumara
|