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      Partiti per un'impresa di quattr'ore, per una sorpresa, ci trovammo di un tratto capofitti nell'ignoto, con venti cartuccie ciascun soldato.
      - Siamo in Aspromonte, ci fece il pastore, montagna deserta molte miglia all'intorno. Quivi la terra si coltiva a patate e a frumento; gli agricoltori vi ascendono dalle coste o dai più rimoti villaggi a seminare e a mietere. Boschi di roveri, di pini e di faggi cuoprono la massima parte di codesti dirupi.
      A tali notizie lusinghiere, onde il pastore compulsato dalle nostre interrogazioni, ci veniva consolando, i soldati facevano i più ameni commenti, finché si toccò in sull'alba la vetta.
      Persuasi che la vetta fosse una vetta, ci occupò alta meraviglia nel vedere spiegarsi al nostro sguardo una sterminata pianura, in fondo della quale spiccava da capo la montagna. Licenziato il pastore, cercammo ricovero in un pagliaio, ma il tremito delle membra e lo stridore dei denti per vento freddissimo ci contrastarono il sonno, malgrado la stanchezza grande, finché il sole non ci ebbe intiepiditi.
      Ci svegliammo alle nove, poi vennero le dieci, poi le undici
      ......e l'ora trapassavaChe il cibo ne soleva essere addotto
      E per suo sogno ciascun dubitava
      .
      Stretti a consulta sul modo di vettovagliarci, disputavasi con varia opinione senza che un partito razionale fosse manifesto, quando da lunge comparve un cavaliero che, trottando alla nostra volta traverso i campi di frumento mietuto, agitava per l'aria il cappello. Seguivano più lente la sua traccia due mule cariche.


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La camicia rossa
di Alberto Mario
pagine 232

   





Aspromonte