Io ritentai il mulo, salendo, ma scivolato dal verso della coda, rotolai giù alcuni metri sin che un albero mi trattenne.
Dovetti starmi pago di ascendere con mani e piedi, come gli altri.
La colonna sostò ad una frescura di castagni superiormente al villaggio. Il comandante e noi, stato maggiore, s'entrò fra quelle mura temute. Pedavoli contiene duemila abitanti, e giace in una stretta gola. Era il quindici agosto. Il villaggio parato a festa, affollato di montanari del circondario, avvivato da bande musicali venute da Palmi, celebrava l'Assunta. La popolazione, stupefatta della nostra inesplicabile comparsa, ci guardava con dilatati occhi. Noi percorrevamo l'unica contrada, fatta a budello, in mezzo ad una turba che aprivasi gradualmente dinanzi e si rinchiudeva dietro a noi. - Ecco la casa ove trucidarono Romeo, ci fece il capitano Salomone, il quale nel quarantotto avea militato sotto gli ordini del nobile martire calabrese e fu testimone della sua tragica fine. Bisogna vendicarlo.
Quando di repente aperta la porta della casa, ne uscì una mano di Calabresi, de' nostri, mormorando le parole: - Fuggirono!
Costoro, vecchi compagni di Romeo, staccatisi chetamente dalla propria squadra, penetrarono là entro dalla banda del cortile per placare l'ombra, giusta la loro frase, dell'estinto condottiero. Ma la famiglia degli uccisori fortunatamente riparò a Palmi, tosto che si seppe della nostra visita.
Rimandammo con severo comando gl'indisciplinati, e ci dirigemmo al palazzo del comune.
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