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      Capo orchestra Libero Stradivari, pronipote dello insigne fabbricatore di violini.
      Dai discorsi, dal portamento, dalla cortesia e dal pagare a pronti contanti, quei montanari compresero che non eravamo soldati di mestiere, che militavamo per una causa generosa, epperò le mogli e le figliuole, derogando alla selvatichezza nativa, obliata la chiesa e l'Assunta, parteciparono al ballo campestre.
      Il sindaco ci preparò un lauto pranzo e invitò gli uomini principali e liberali della terra. Gli uffiziali calabresi rifiutarono l'invito e s'astennero dall'ingresso in Pedavoli. Accusavano la popolazione della morte di Romeo; censuravano la nostra imprudente fiducia e predicevano un tradimento. Essi accamparono le loro squadre in poggio più eminente, per separarsi dai paesani.
      - Non scendete a Pedavoli? dimandai al colonnello Plutino.
      - A vendicare Romeo?
      - No, a mangiare un pollo arrosto.
      - Temo il veleno, o un'archibusata dalla finestra d'un granaio.
      - Contemplai or ora la mensa imbandita dal sindaco; c'è fior di maccheroni e burro eletto, e mastelletti opimi di miele, e vini prelibati, e frutta superbe, e fiori, e olezzante biancheria, e posate d'argento e lieti visi. A questi patti, caro colonnello, vale la pena di lasciarsi avvelenare.
      - Ottimamente; ma non vengo.
      Dopo il pranzo il comandante M..., in tutta la pienezza della sua autorità politica consentitagli dal Consiglio dei Dodici, istituì un Comitato di rivoluzione in Pedavoli, spedì lettere circolari in tutte le città e borgate della Calabria, con istruzioni di ordinamento e d'insurrezione simultanea alla notizia dello sbarco di Garibaldi.


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La camicia rossa
di Alberto Mario
pagine 232

   





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