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      Il valentuomo sottoscrisse codeste circolari nella seguente conformità:
      M..., colonnello di stato maggiore, aiutante di campo del dittatore generale Garibaldi, comandante in capo il primo corpo di spedizione sbarcato sul continente con pieni poteri civili e militari!
      .
      Poscia si mandò a Palmi per la munizione che doveva esserci ricapitata in Aspromonte. L'indomani retrocedemmo, e sulle quattro pomeridiane rieccoci al nostro campo dei Forestali, ove ci aspettava una bella francese, madame Le M..., corrispondente del Journal des Débats, partita la vigilia da Messina. C'informò che il dittatore scomparve, che l'ansietà e la perplessità erano universali, che il grido pubblico dava noi per morti e seppelliti.
      Alle sei il capitano Salomone, reduce dagli avamposti, annunziò che alcune masse nere discernevansi ad intervalli alle estremità dell'altipiano. La nostra Armida se ne tornò senza indugio, e rapì un Rinaldo dello stato maggiore. Missori ed io, oltrepassati gli avamposti, ravvisammo un grosso corpo di nemici spartito in tre colonne. Le due ali, avanzando più rapidamente del centro, intendevano precluderci ogni scampo. Alle sette e mezzo seimila uomini con cavalleria e pezzi da montagna, sviluppati in una linea di cinque miglia, ci si offersero in battaglia a breve distanza.
      Dalla nostra parte i Calabresi occuparono la sommità dell'erta, i duecento le falde. I malati vollero che li trasportassimo con noi; ma il medico dimenticò nella casa le medicine, e i cuochi abbandonarono le pecore scuoiate, i prosciutti e il pane.


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La camicia rossa
di Alberto Mario
pagine 232

   





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