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      Il generale Cosenz doveva sbarcare a Bagnara colla sua brigata, precludere ai regii la ritirata per via di terra, e, côlti tra due fuochi, stringerli ad accettare battaglia in condizioni sfavorevoli, o ad imbarcarsi: ciò che agevolmente poteva loro riescir fatto, coperti dai forti di Punta del Pezzo, di Torrecavallo, di Altafiumara e di Scilla, e protetti dalle navi di guerra; imperocché la strada maestra costeggia la marina.
      Gli aiutanti e una scorta di duecento soldati a piedi seguivano la carrozza. Noi la precedemmo al galoppo del miglio prescritto ed anche di due.
      La riviera orientale dello stretto è tutta florida di paeselli, di ville, di giardini, di piante odorifere, di melagrani, di laureti e di vigne. Sotto un viale d'aranci, un gentiluomo ci apparecchiò alcuni canestri d'aurea uva e di fichi. Egli dissemi con poetica elocuzione: - Il passaggio dei vostri cavalli traccia una riga corruscante; luce della libertà.
      Gli abitanti accorrevano e ci guardavano attoniti, sentendosi ad un girar di ciglio sciolte le mani dalle antichissime catene.
      In breve si cominciò a pestar la coda regia, afferrando parecchi soldati rimasti più del necessario al vino e all'acquavite. Come eglino cadevano in nostra potestà, li consegnavamo alle guardie nazionali del villaggio, che di tanti militi ingrossavansi all'istante di quanti fucili erano presi. Mentre ci occupavamo dei prigionieri, Missori, il tenente Damiani e altri accorsero a diporto sino alla vista della retroguardia.
      Ritornati, ci narrarono d'averla avvicinata a trecento passi, e condussero nuovi prigionieri.


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La camicia rossa
di Alberto Mario
pagine 232

   





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