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      Ed egli: - S'imbarcarono subito?
      - Subito.
      - Assisteste allo sbarco?
      - No. Ma a quest'ora ...
      Il pettine in mano, i capelli non ancora spartiti, interrompendomi a mezza frase:
      - Io costumo, quando una cosa mi preme, di star sin ch'è fatta, e allora vivo sicuro che è fatta.
      Sentendomi colorire il volto di tutte le tinte dell'iride, una dopo l'altra, gli risposi:
      - Generale, non me lo direte due volte.
      Taciturno e col capo chino quel giorno e l'altro non potevo estrarre dal cuore la spina del rimprovero. Giusto e meritato senza dubbio; ma, dedotto da un ordine d'idee a cui il mio pensiero non s'innalzò, parevami caduto dalle stelle. Militando con Garibaldi, reputasi soave parzialità della fortuna la visita d'una palla al paragone d'una censura, anche lieve, di lui. Una forse tra le cause occulte di ciò che il vulgo denomina - i suoi miracoli.
      I soldati delle due brigate disciolte furono quel fiocco di neve in alpe che, rotolando, diventa valanga. Sul loro passaggio decomposero e travolsero seco i battaglioni di Bagnara, di Palmi, di Mileto, ove i cacciatori del 14° uccisero il generale Briganti. Poi l'informe massa si disperse, e ciascuno per vario cammino riparò ai sospirati alberghi domestici, memore delle ineffabili disfatte, e apostolo della generosità di Garibaldi.
      Rividi il conte C..., maggiore dei lancieri, già mio prigioniero. Mi ravvisò egli e strinsemi la mano con emozione, e fra l'altre cose mi disse:
      - Grand'uomo il vostro Garibaldi!
      - Lo so.
      - Ma agli occhi miei probabilmente per motivi diversi dai vostri.


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La camicia rossa
di Alberto Mario
pagine 232

   





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