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      - E perché no?
      - A San Giovanni ci poteva schiacciare o mandar prigionieri in Sicilia. Quattromila nemici di meno! Qualunque generale l'avrebbe fatto. Egli tollerò, tacendo, le nostre provocazioni, e tre ore di offese. Questa sdegnosa magnanimità soggiogò l'animo dei nostri soldati più di tutte le sue vittorie.
      - Affeddedieci il solo magnanimo nel suo campo! Se stava a noi, vi avremmo a suon di baionetta cacciati in seno al gran padre Oceàno.
      - Evidentemente doveva essere il solo. Egli solo, comprendendo i tempi e il quarto d'ora, italiano contro italiani, divinò con súbita ispirazione tutti i risultati della rifiutata battaglia e della consentita libertà. Con un lampo di genio vide lo sfacelo delle nostre legioni diroccando l'una sull'altra, e in fondo del quadro il trionfo della sua idea trasfigurata in prodigio.
      - Sorite demagogico, per cui il predicato della proposizione antecedente diventa il soggetto della susseguente.
      - Voi scherzate e avete ragione. Ma io gemo sul precipizio della mia causa.
      - Perché non vi unite al grand'uomo, campione della causa buona?
      - Perché il giuramento, la gratitudine, la fede di gentiluomo mi legano al mio re.
      - Tornate a casa o in campo?
      - Vo a Monteleone per congiungermi al corpo di Viale. Persevererò finché avrò incontrata la morte. Voi morrete per la libertà, io pel dovere. Il vostro sepolcro sarà infiorato dalla lode; il mio non avrà che il compianto di qualche rara anima imparziale.
      Io non so, ma le parole di codesto cavaliere della legittimità, di codesto paladino del dovere convenzionale, mi produssero una penosa impressione e mi destarono un interesse per lui molto affine alla tenerezza.


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La camicia rossa
di Alberto Mario
pagine 232

   





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