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      M'hanno assegnato a posta quel letto affinché fossi mangiato vivo.
      - Che cosa accadde? feci a Basso sul cui volto riverberava l'ira di Garibaldi.
      Il generale coricatosi in casa del vescovo, due centinaia di cimici, senza la retroguardia, lo svegliarono mangiando le sue carni. Per la prima volta in sua vita egli conobbe la via della fuga.
      Dopo due ore di sonno, restituito alla calma abituale, mandò a liberare il maggiordomo.
      Oltrepassato Monteleone, ove la famiglia Gagliardi diedeci ospitalità principesca, ci apprestavamo ad una seria battaglia contro le tre brigate, allorché si riseppe che per un ordine sbagliato o mal compreso del nostro capo dello stato maggiore generale agl'insorti, le tre brigate ottennero il passo franco e scapparono. La congiunzione coll'altre due della prima Calabria avrebbe loro assicurato il cammino su Napoli, ingrossandosi d'ottomila uomini in Basilicata, e avrebbele abilitate d'affrontarci con solida speranza di successo.
      Le nostre divisioni s'allungavano sovra una linea di molte miglia accelerando il piede verso Monteleone, epperò impossibile di riafferrare il nemico che s'aveva già lasciato alle spalle Tiriolo.
      Nondimeno Garibaldi commise si raddoppiasse la velocità. Egli in calesse precorse l'esercito di lunga mano.
      Adagiato sul carrozzone dell'ambulanza, per altra via e la mercè di rapidissimi cavalli, precorsi Garibaldi. Mia moglie comperò un centinaio d'uova, cammin facendo, e si fece punto fermo a un'osteria oltre la Termopile oramai invano insuperabile.


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La camicia rossa
di Alberto Mario
pagine 232

   





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