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      L'osteria era vuota d'ogni provvigione.
      - Vuota per i borbonici passati testè, non per voi, disse l'oste patriota. Cateriniella, proseguì voltandosi alla figliuola, fa trasportare il vino e il pane.
      Egli avevali nascosti in una fossa vicina. Indi a venti minuti ci raggiunse il generale col barone Stocco.
      - Oh! esclamò sorridendo appena vide mia moglie; qui madama? Avete invertito le parti. L'ambulanza che deve seguire alla coda, antivenne l'avanguardia.
      Ed ella di rimando:
      - Se non vi occorrono le nostre coppette, non vi saranno inutili le nostre vivande. Venni a prepararvi la colazione.
      Una solenne frittata di sessanta uova in quel derelitto luogo parve all'affamato quartier generale più pellegrina dape di tutti gli eletti e pruriginosi cibi, onde gl'industri cuochi del Gagliardi fregiarono il banchetto di Monteleone. Un tuorlo d'uovo sbattuto nello zucchero e diluito in un bicchier di vino fu sostanzioso alimento alle guide e ad altri uffiziali.
      Rimbionditi così, ci rimettemmo alacremente in viaggio. Traversato Tiriolo, la notte si prese stanza a San Pier di Tiriolo. Io alloggiai in una umile casa privata in compagnia del sottotenente Picozzi, del capitano Canzio e di Antonio Gallenga.
      Dopo cena continuarono a letto le più pazze risate per uno schioppettio di motteggi di codesti due uffiziali burloni a tutte spese del Gallenga. Ma ecco d'improvviso ci sentiamo diabolicamente abburattati, con cigolìo di porte, di stipiti, di travi e di muraglie. Io caddi dal letto; Gallenga n'era sceso, e barcollando come briaco, sillabò: - Il terremoto!


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La camicia rossa
di Alberto Mario
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