- Un museo mineralogico, pensai, sulla pubblica via! e i curiosi naturalisti che ci sono in questo paese!
- Riseppi che ell'erano frutta di mare, e lazzaroni pescatori i seminudi Linnei. La sera a quei tavoli s'accosta numerosa gente che, alla brezza del golfo, cibasi con delizia grande di quei molluschi aperti, rose e giacinti e fiordalisi marini mollemente natanti in un umore di porpora. Ghiotta grazia di Dio onde ogni sera mi confermai lo spirito e lo stomaco, assiso sulla panchetta al chiaro di luna col Vesuvio all'ovest, il leggio all'est, a settentrione il Castello dell'Uovo e a sud il piatto di molluschi. E a quella mensa degli Dei trassi parecchi de' miei commilitoni, e si combinò per la sera del 12 settembre un'imbandigione in tutta regola. Io m'impegnai per le frutta di mare, le ostriche, il pane; Nullo pel vino di Capri e i maccheroni, altri pel Lacrima-Christi e le angurie.
Sul mezzodì del 12 di ritorno al palazzo d'Angri da una visita al Castello dell'Uovo, mi si chiamò con premura alla Segreteria. Il colonnello Bertani, segretario generale del dittatore, mi presentò un signore sui cinquant'anni, d'aspetto grave, di faccia e di persona quadra come il miles romanus, vestito in nero, giubba a tagliere, cravatta bianca e berretta da capitano nella mano sinistra su cui brillava un cammeo. Nel mentre m'affacciai sulla soglia della porta, questi stava parlando con accento vibrato, con fisonomia alterata, in piedi.
- Ho capito, me l'ha già narrato, interrompevalo Bertani con manifesta impazienza, e contento del mio apparire volsemi il discorso: - Il signor B..., sindaco di Forio d'Ischia.
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