Malgrado la scelta di Garibaldi, malgrado le assicurazioni così formali del suo segretario, il sindaco non parve molto soddisfatto e chinato il capo e gli occhi, aperte le braccia lungo le coscie tanto da formare con queste e col gomito per vertice due angoli acuti, con aria rassegnata rispose al segretario: - Eccellenza!
- Addio frutta di mare! mormorai gemendo: e rammentai l'adieu roti di Rousseau fanciullo mandato a letto prima di cena.
Ritornato nell'anticamera del generale con cera scura, col cappellino all'orecchio, strascicando la sciabola sui pavimenti di maiolica delle sale, non curai la solita gente addensata sull'uscio e trattenuta dalle sentinelle: chi guaiva eccellenza! chi colonnello! chi signorino, chi bacio le mani, e chi tacendo alzava l'indice per significare: ascoltate una sola parola. Ed io soleva essere loro forse più che altri cortese; respinti quasi sempre da' miei camerati, ne introducevo al generale quanti più mi veniva fatto, imperocché egli non accomiatava veruno sconsolato. E udii storie pietose di domestici lutti incredibili e ignorati, perché la mano di Ferdinando II arrivava terribilmente ove l'occhio sempre non arrivava. Ma questa volta tirai diritto con cuore indurato ed entrai nella camera del generale a ricevere gli ordini. Bertani e il sindaco mi tennero dietro.
- Andate subito in Ischia, mio rappresentante con pieni poteri.
Il sindaco esclamò: - Alter ego, e Bertani gli tirò la falda della velata in segno di silenzio. Il sindaco balbettò sotto voce: - Aggio caputo.
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