L'isola diventò inabitabile. Finalmente i paesani corsero ai piedi del re, seminando sul suo passaggio un gregge di tali quadrupedi, e ottennero la revocazione del disastroso decreto. Tolta poscia la caccia, ora e fagiani e francolini abitano il parco di Caserta.
La chiusa gelò sul labbro la sensazione di piacevolezza che l'aneddoto vi dipinse.
Dall'opposta sponda della Cornicella, sovra altra barca tragittammo lo stretto canale che separa le due isole, e approdammo in Ischia.
Posto piede sulla terra ribelle che al nuovo sole mi proponevo di percuotere col braccio della mia plenipotenza, il sindaco ci condusse ad una casa due miglia lontana da Borgo d'Ischia. La padrona introdusse dittatore e dittatrice in una modesta camera da letto e favellò in questi sensi:
- Ecco i fiammiferi, ed ecco la bottiglia d'acqua. Posso servirli?
- Grazie, noi rispondemmo, ed ella partì.
Acconciatomi in fretta, discinta la spada, camminando su e giù per la stanza, e stropicciandomi le mani, aspettavo cupidamente la chiamata a tavola.
- Tu fai il moto della fiera nella gabbia poco prima del pasto, osservò mia moglie; ma non ravvisasti nel saluto della padrona una bella e tonda felice notte?
- Tu mi sgomenti! esclamai.
Indi a mezz'ora uscii tentando la via della cucina.
Silenzio, fuoco morto, e lumi spenti. Il sergente dormiva nell'anticamera il sonno dello sfinimento sovra una sedia, il sindaco russava sul sofà, e i padroni di casa eransi ritirati.
- Signor sindaco! gridai scuotendolo senza cerimonie.
Il pover'uomo, fregandosi gli occhi, balbutì: - Colonnello!
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