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      Conobbi ch'egli procacciò si trattenesse in porto a sua disposizione il battello a vapore, a ciò che io stessi separato dagli altri anche nel ritorno. Ma il signor L..., il nostro anfitrione di Borgo d'Ischia, aveva anch'egli trasmesso avviso della mia visita a Forio, epperò tutta la tela ordita dal sindaco cadde in un batter d'occhio sfioccata e guasta.
      Mandai a chiamarlo. Egli aveva illividita la gota, ma tranquillo il sembiante, e cominciò:
      - Colonnello, le murene d'Ortensio, pescate oggi, sono in Forio.
      - Sono pure in Forio, signor B..., i granchi al secco che pigliaste in questi due giorni.
      - Signore, non vi comprendo.
      - Entro mezz'ora rimetterete in mie mani il sigillo della città. Voi non siete più sindaco.
      Quivi mi fece la riverenza di persona rassegnata e obbediente.
      - Nominerò sindaco in vece vostra il signor R...
      - Rimetto in vostre mani anche il grado di capitano della guardia nazionale.
      - Vi proponeste di antivenirmí? Vuota precauzione. Chi vi conferì il grado di capitano?
      - In verun caso avrei sofferto di dipendere dal mio maggiore nemico.
      - Voi magistrato, per abuso di potere, per rapporti non veri, dipenderete dal bargello tra poco.
      - Preferisco questa dipendenza alla prima. Errai, nol nego, ma con la convinzione di giovare al pubblico bene. La mia amministrazione fece rifiorire la città; capo della guardia, ordinai un corpo modello.
      - E le cause della vostra inimicizia col signor R...?
      - Cause profonde: le ereditammo dai padri nostri, s'annidano nelle molecole del nostro sangue, vivono nella memoria di antichi lutti e di offese recenti.


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La camicia rossa
di Alberto Mario
pagine 232

   





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