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      Solo la vecchia zia, rigida conservatrice di tutto intero il passato dei baroni di R..., ritornò taciturna e implacabile alla bavella e al bambou.
      Appoggiato al mio braccio, il generoso vecchio venne alla mia residenza fra due fitte siepi di popolo, a cui di rado mostravasi, amoroso e riverente.
      Nella sala vidi il signor B..., vicino a mia moglie, in assisa di capitano, impallidire come un cadavere alla comparsa inaspettata del vecchio cieco, seguito da' suoi figli e da molti amici che invitai a pranzo.
      Me gli accostai dicendo:
      - Ben contento di trovarvi qui, capitano! ora bisogna provarmi che il patriota non la cede al gentiluomo.
      Ed ei con due occhi scintillanti e con labbra bianche:
      - La vostra dittatura è guanto di ferro che mi stritola. Orrenda cosa sempre la potestà assoluta!
      - Mia moglie aspetta il vostro braccio.
      E ci avviammo alla sala da pranzo. Il barone s'assise accanto a lei e a canto a me il capitano. Ella ed io con qualche pena abbiamo dato il la alla conversazione; il cibo e i vini ci furono preziosi alleati, e le bande musicali e i battimani incessanti del popolo nella sottostante piazza. Rizzatomi, e fatto silenzio, cominciai:
      - Il popolo applaude a questo banchetto di fratellanza; sa che noi qui compiamo un atto religioso, sa che ...
      In questo mentre, mi annunziarono una deputazione, che feci introdurre frettolosamente, capitata a salvare in tempo la mia riputazione oratoria, che naufragava nel banco delle scipidezze.
      - Signor sindaco, signor capitano! favellò l'oratore della deputazione con una breviloquenza perentoria; il popolo radunato vuole salutarvi riconciliati.


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La camicia rossa
di Alberto Mario
pagine 232