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      Allora il maggiore:
      - Voi siete giovane, ed io posso essere vostro padre; permettetemi che vi abbracci.
      E mi abbracciò, e gli altri mi abbracciarono. Io poco dittatorialmente mi sottomisi alla funzione di reliquiario, cercando di capacitarmi se costoro fossero soldati o sagrestani, e guardando se disotto al balteo della spada pendesse il rosario.
      All'esultanza frenetica del giorno innanzi, succedette la mestizia dell'addio. Parve una scena di famiglia; la partenza d'uno di casa. Addio senza strepito, quasi muto; al nostro passaggio ognuno si scopriva il capo, molti ci stendevano la mano anche da lungi, e molti avevano gli occhi rossi. La spiaggia, il molo, le case prospicienti il porto rigurgitavano di spettatori. Quando il vapore si mosse, Grazie, gridarono, e ci salutarono con le pezzuole bianche, e stettero a guardarci fin che il battello scomparve girando il primo capo al nord.
      Il mare agitato mi costrinse di coricarmi senza indugio, e in quello stato di languore malaticcio mi lasciai andare in metafisicherie platoniche.
      - Basta un raggio di giustizia e di bontà, io pensava, sceso dalle arcane e temute sedi del governo, per fare miracoli di codesti popoli della Magna Grecia, che hanno i nervi sottili e sensitivi dell'artista; e sono artisti. Il sentimento del bene ai loro occhi come a quelli di Platone s'imparenta al sentimento del bello; e sulle ali d'ambidue si ascende così facilmente alla cognizione del vero!
      Compagni al mio ritorno erano sul ponte il signor B..., il quale, allo spettacolo di quelle genti meste che ci salutavano dal lido, mi ripetea il verso di Virgilio:


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La camicia rossa
di Alberto Mario
pagine 232

   





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