- Il vostro rifiuto, eccellenza, vi costerà, oltre al Matèse, il Molise, e forse gli Abruzzi.
- La vostra ostinazione va diventando più forte della mia pazienza.
Abbassato il cappellino sugli occhi, il generale troncò la conversazione e mosse verso la scala; il gentiluomo gli andò a panni al lato sinistro, allungando il collo a interrogare di profilo la fisonomia dell'interlocutore, a spiare l'opportunità di un secondo tentativo; e si discese nel cortile. Garibaldi, arrestatosi d'improvviso, tanto che il gentiluomo per moto concepito si trovò d'un passo più avanti di lui, mandò Basso a pigliare il cannocchiale. E Basso:
- L'ho meco, generale.
Il gentiluomo profittò dell'istante per ritentare la prova: - Siatemi indulgente, generale, ponetevi nel mio posto; l'interesse del mio paese mi fa diventare importuno; voi siete patriota anzitutto, e comprenderete ...
- Ora non ho tempo, ne riparleremo stasera: addio.
Quegli scomparve, e noi uscimmo sulla piazza. I primi languidissimi albori insinuavansi nella notturna oscurità, la quale si tingeva del color di piombo. All'opposto lato della vasta piazza si discerneva la pallida colonna di fumo della vaporiera, e si udiva il brontolío della valvola che accennava quasi all'impazienza della sosta. Un ampio stradone conduce dal palazzo alla ferrovia; a diritta e a mancina serenavano le squadre calabresi che non capivano ne' due edifizi ad arco elittico; ali staccate della massima Villa Reale d'Europa. Intendevansi gl'indistinti e lievi rumori d'un accampamento poco innanzi alla diana, l'ultimo rimutar di fianco nel sonno, qualche sonito d'arme, qualche accento velato e fioco di chi si risveglia, qualche schianto di fiammifero.
| |
Matèse Molise Abruzzi Basso Basso Villa Reale Europa
|