- Vi presento, dissi con solennità, il gagliardo provocatore della nostra spedizione, che va a Napoli ad aspettarne il risultato.
- Ah! ah! esclamò Nullo balzando in piedi, riassettandosi e atteggiandosi autorevolmente.
E l'inquisito: - Vo a Napoli, perché ci ho lasciato il gabbano.
- Che gabbano d'Egitto! rispose Nullo. Forse che da Napoli raccoglierete i tremila volontari promessi a Garibaldi?
- Un gabbano ve lo darò io, dissi.
Ed egli: - Ho anche altri interessi importanti da combinare.
Ed io di rimando:
- L'importantissimo dei vostri interessi è di difendere il vostro paese dalla reazione. Ieri tenevate a Garibaldi il linguaggio d'un antico romano, ed oggi anteponete alla patria il gabbano? Farete la finezza di venire con noi.
E Nullo:
- No. Egli ci precederà per approntare in Boiano i tremila armati al nostro arrivo.
- Signori - con supplichevole labbro riprese lo smarrito gentiluomo - impegno la mia parola d'onore, che domani posteggerò da Napoli per Boiano; ma è assolutamente necessario che io ci vada oggi stesso.
- Voi avrete l'onore di comandare l'avanguardia contro i cafoni e i soldati regi, io gli soggiunsi.
Ed egli al suono di questi accenti mi guardò con occhi dilatati e fissi che pareano di porcellana. Indi sillabò:
- L'avanguardia!
- Senza dubbio, il posto d'onore a voi, maggiore delle milizie cittadine, paesano e promotore della impresa.
Nullo conchiuse il dialogo ordinando di rincondurlo alla carrozza, e volgendo il discorso a lui:
- A Boiano, difilato. Vi raggiungerò con due battaglioni.
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