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      ...avea la guancia coloritaE bianca e grata nell'età novella;
      E fra la gente a quella impresa uscitaNon era faccia più gioconda e bella,"
      era rimasto a geniali colloqui con le signore di casa. Il giovine guerriero raccontava con ardente linguaggio le meraviglie dei Mille a una fanciulla di ventun'anni che ascoltavalo con crescente attenzione. Cognata del signor X... e orfana, visse insieme alla sorella nel severo raccoglimento d'una famiglia perseguitata dal Borbone, il quale interdisse per dodici anni al signor X... l'uscita dalla provincia del Molise. Chiusa in se stessa, nelle letture assidue, nei lavori femminili e nelle cure casalinghe ella contrasse abitudini riserbate e contemplative. Non vide mai Napoli, centro del gran mondo e del bel mondo. In villa, l'autunno, dalla vetta del monte con avido occhio cercava quel mondo fra i vaporosi termini dell'orizzonte, schiva delle assegnate e borghigiane consuetudini di Campobasso, schiva della pedestre e vulgare gioventù concittadina. Ella perseguiva con pensiero costante un ideale che in quella valle rimota e solitaria giammai non avvicinò. Sortiti dalla natura alti e fieri sensi, nudrita d'odio contro la tirannide che perennemente stillavano le labbra del cognato, sospirava i terribili mattini della riscossa e della vendetta nazionale, e idoleggiava ne' suoi sogni un uomo il quale con gli studi, con la coraggiosa propaganda avesseli affrettati, e con valorosa mano avesse aggiunta una foglia alla corona della vittoria. Nel nobil cuore di un tal uomo, Silvia immaginava di versare il guardato tesoro di forti e tenerissimi affetti.


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La camicia rossa
di Alberto Mario
pagine 232

   





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