I due battaglioni, le guide e i cavalli nostri pervennero già sul luogo dalla sera antecedente. Il gentiluomo mandò in giro i tamburi della milizia cittadina per battere a raccolta, e si adunò l'annunciata ventina con un sergente e due caporali. Mentre Nullo si congratulava seco loro e li ringraziava, il maggiore Caldesi a me in aria di canzonatura:
- Questa ventina d'eroi incarna la novissima parola di, Bovianum, metropoli della federazione sannitica, e, come ci tramandò Tito Livio, opulentissimum armis virisque.
Lo squarcio erudito del patriota di Faenza riscosse dal sonnambulismo il capitano innamorato; e, in stile satirico, rompendo il silenzio:
- Sta in difesa di Alberto Mario che Bovianum rimase distrutto da Silla!
Ma le nostre oziose ciarle troncò un cafone capitato da Isernia, il quale con allegro sembiante raccontava la improvvisa ritirata dei regi eseguita nella notte verso Capua con parte dei cafoni, e la scomparsa degli altri per l'appressarsi delle truppe piemontesi. La grata novella rinfrancò gli spiriti sbigottiti della città che temevano ad ogni ora una scorreria cafonica, e il novelliero ebbe carezze e benedizioni. Nullo ordinò immediatamente una ricognizione a Cantalupo con metà delle genti.
- Sai, Nullo, disse Caldesi con voce più nasale del solito; io non gli credo, e se fossi in te lo piglierei e lo farei fucilare qui sulla piazza da questi buoni militi della guardia civica. Che ti pare, eh?
E Nullo: - Si vedrà.
Montati in sella, uscimmo, nelle ore pomeridiane, di Boiano, la quale si sviluppa in lunga riga alla radice d'un monte dirupato, a dieci miglia da Campobasso, a venti da Isernia, e forma il vertice all'angolo ottuso descritto dalla strada consolare.
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