Eppure il supplizio era giusto e necessario. Frattanto i tre giunsero alla presenza di lui e degli intenti battaglioni. Garibaldi, saettatili con uno sguardo di Giove Tonante: - Togliete loro la spada, disse al marchese Trecchi, e a Nullo: - Strappate dai berretti le insegne del grado.
Il marchese li disarmò, e Nullo gettò con forza a terra gl'infranti fili d'argento. I tre non morirono. Ma io vidi tramontare dal loro volto il lume divino dello spirito.
Quindi il generale arringò con eloquenza antica l'intrepida divisione, e rivoltosi ai tre impietrati: - A voi, tuonò con gesto come di maledizione, non avanza che di prendere un fucile e di farvi ammazzare agli avamposti.
I loro nomi disonorò per sempre la Gazzetta Ufficiale dell'indomani.
- All'alba si passa il Volturno; voi starete a' miei ordini; coll'usato cipiglio imperatorio dissemi la sera il colonnello Paggi.
- Distaccati dal generale?
Ed egli con visibile compiacenza, sicuro di seccarmi: - Distaccati.
E mi toccò d'inghiottire la nuova pillola.
Durante la notte oscurissima, procedendo a tentoni, potetti malagevolmente disporre alla marcia, secondo le ingiunzioni ricevute, le brigate Milano e Eber, che serenavano fra le vigne di costa sulla strada. Verso la fine dell'opera mia sopraggiunse il colonnello Paggi e m'invitò di condurlo sul luogo della colonna di Piero Balzani. A dieci minuti di là, chiestemi le indicazioni necessarie, mi rimandò al brigadiere Eber. Nel separarmi da lui: - È meglio, l'ammonii, che camminiate sulla strada per togliervi dalle vie incassate.
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