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      Poi dimandò: - Provvedeste la legione inglese di vettovaglie? E l'intendente: - Mandai presso il colonnello Peard il mio migliore commissario, e qui me lo rimandò dichiarando che voleva essere indipendente.
      - Ebbene, riprese Garibaldi, che mangino l'indipendenza.
      - I legionari di Peard vivono di caccia. Uccisero più di cento maiali!
      - Intendete dire cignali!
      - Punto: dico maiali rapiti ai contadini che se ne querelarono meco coi soliti ululati, chiedendo il rifacimento immediato dei danni.
      - Vi hanno diritto.
      A questo paragrafo del dialogo m'addormentai. Ma in guerra non c'è pace. Io dormivo da più di un'ora come un morto, e la voce del generale, che mi chiamò tre o quattro fiate, non valse a riscotermi; vi sopperì il gomito della moglie. Ricoverando lentamente gli spiriti, sollevai la testa e pronunciai con parola velata: - Pronto, generale!
      Ed egli: - Insellate il cavallo e cercate la brigata Milano di cui non si ha notizia. Sviluppatela sulla sinistra. Invidiando i compagni dormenti e immiserito dal notturno guazzo, che mi raggelò addosso il sudore effuso dal sonno profondo, montai in sella con lo stridore dei denti, e per rincalorirmi spinsi il cavallo a briglia sciolta.
      Sentendomi rifluire il sangue nelle vene e riacquistata la coscienza, rallentai la corsa e principiai a riflettere ove mai pescare la brigata smarrita, e pescatala, ove collocarla. - Quale sarà la sinistra? Un uffiziale di stato maggiore dovrebbe saperlo, ma io non lo so, né altri certo dei miei compagni lo saprebbe.


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La camicia rossa
di Alberto Mario
pagine 232

   





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