Sconfinare e poi sconfinare, correre da un'idea alla seguente, spaziare sempre meglio pel mare infinito del Vero, ecco la vita angosciosa e pur bella del Sapiente. E questo mare interminabile basta forse all'ampio petto dell'Uomo? No, esso è angusto d'assai. Che cosa faceste del Cuore? L'avete forse seppellito nel profondo di una polverosa Biblioteca? Ah la voluttà della Scienza non acquetò il bisogno di Amore, e l'Uomo, povero fil d'erba abbandonato a precipitosa corrente, è sbattuto dalla Scienza all'Arte, da questa al fastidio dei vani sollazzi, e poi si stringe alla Donna del suo cuore. L'Amicizia che un dì sparse di conforto la sua vita, ora non più gli basta, e vuole scaldarsi col sentimento dell'Amore. E la vita di Amore è seguela instancabile di aspirazioni. Oh se il cuore di quella Donna palpitasse per me! grida l'uomo famelico di affettuose commozioni; e a lui pare che conseguirà la felicità quando lo sguardo furtivo della Donna gli avrà rivelato il romito segreto dell'anima amante. Svegliatosi il legame de' cuori, all'Uomo non più bastano i palpiti, e vorrà popolare la squallida solitudine col torre in moglie la creatura adorata; e poi che l'ha fatta sua, a lui parrà sterile e languida la vita senza i figliuoli. Un nuovo flusso incomincia: dolori e gioje, Scienza e Famiglia, Arte e prosa della vita, tutto si mescola in un Tutto avvivato da che? Dalla Mutabilità. La quale lavora però attorno ad un nocciuolo costante che perdura mai sempre uguale a se, ed è? Che Io son sempre Io. Il fuoco dell'Io consuma incessantemente i lacci del Finito sino a quando viene a spegnerlo l'inesorabile Morte.
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