Rigetto adunque il nome di hegeliano, come qualunque altra etichetta che rende la Scienza una faccenda affatto personale e unilaterale. Sempre ricordo di aver dritto a non giurare nel verbo di alcun Filosofo, e se accetto i grandi Principii de' grandi Pensatori, so di non restar meno su' miei propri piedi. Per tanto in questo libro si troveranno idee di già acquistate nel campo della Scienza, sulle quali però io cerco di soffiare il calore del mio animo, tenendo modo che non restino allo stato di morta lettera o di estrinseco formulismo, e s'incontrerà forse qualche idea affatto nuova, come nuova ricerca io stimo l'applicare il Metodo razionale alla Critica musicale.
Riguardo allo stile con cui debbono andare scritti i lavori di Critica, io credo che sia da tenere un modo mezzo fra il rigore scientifico e l'amenità o popolarità artistica, usando liberamente i materiali della lingua che la tradizione ci somministra. Su di ciò non mi dilungo a parlare avendone di già detto abbastanza nella Prefazione a' miei Saggi di Critica Storica, nella quale mi sono adoperato a dimostrare lo stato in cui è caduta questa povera nostra letteratura. La suprema legge dello scrivere si è che la forma dev'essere rispondente al contenuto. Or siccome alcuni dei lavori che io raccolgo in questo volume, vennero dettati da guari tempo e in epoche diverse, così non sono tutti interamente fedeli a quella legge, tanto che in essi talvolta predomina una soverchia austerità scientifica e in altri una forma leccata di troppo.
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