E l'antica Scuola italiana, rappresentata dal Pergolese, dal Paisiello, dal Cimarosa, dal Sacchini, dal Guglielmi, dal Piccini, parmi che nel corso storico della Musica venga a questa sommità di gloria. In questa Scuola rinveniamo la Musica nel suo momento indeterminato, epperò perfetto, come dimostrammo. Le melodie si appoggiano ad un fondo poetico, ma pur se ne dividono: i canti s'intrecciano di variazioni e danno libero sviluppo alla fantasia del compositore, dal predominio delle quali cose principalmente deriva quella indipendenza, che è proprio l'essenza della giovane età della Musica. A questo modo la Musica non si sforza a determinare precisamente il sentimento, a seguire a passo a passo la parola, ma si scioglie libera e poggia alto sulla Poesia, e per quell'indefinito che desta nell'animo, la Musica tocca la sua eccellenza. E da poi che ci dipinge il sentimento calmo ed amoroso, non dà negli effetti di orchestra, non nei canti declamati e rotti, non isvela la tendenza a determinare i caratteri, la situazione, ad incorporarsi col Dramma. Come essa è espressione di un sentimento sereno, così non appare la lotta delle passioni, l'urto delle situazioni, ecc. La melodia che inspira amore è l'Ideale della Musica, come l'amor religioso è l'Ideale della Pittura. A' di nostri l'universale si reca a noja queste musiche, le quali se non ci commuovono punto, non sono men belle che fossero un tempo. Né mi maraviglio che tal sentimento di fastidio sia potuto prevalere; perché opere simili non esprimono più e non corrispondono allo stato del nostro sentimento ed alla condizione più sviluppata della Società. Onde io stupisco piuttosto che cosiffatte opere di quando in quando non si trovino del tutto impedite di fare nell'universale alcuno effetto, che non che elle non ci muovano affatto.
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