Singolare fenomeno è questo Pelagio, il quale rivela che la canizie non ha estinto nel Mercadante la freschezza dell'inspirazione e la robustezza del concepimento. L'introduzione, la romanza del tenore ed il terzetto del Pelagio basterebbero a formare la grandezza d'un Artista. Ingegno multiforme, come il Mozart e il Rossini, egli non si tien pago alla Tragedia, ma volge la sua varia attività alla Commedia, alla Musica sacra, alla Musica per camera, alla Musica strumentale e perfino alle Canzoncine popolari. Ed in tutto eccelle. Da questo lato il Mercadante si eleva alto sul Meyerbeer e sul Verdi, imperocché cotesta universalità è indizio di grandezza singolare, come Aristotile istesso insegna, ed è quel che rende principi della propria Arte lo Shakspeare, il Mozart e il Rossini. A traverso alle sue peregrinazioni l'accompagna però sempre il Genio di Roma. Sin nei motivi più spensierati voi avvertite la frase larga, degna solo di quell'Età che nel suo amplesso strinse i più lontani Popoli. L'abitudine di pingere il Popolo sulla scena fa sì ch'egli tratti l'Individuo come il Popolo, e porga ad una passione solitaria ed intima la veste delle passioni popolari e forti. Ciò non l'impedisce però di creare spesso leggiadrissime melodie. La perizia musicale lo spinge ad amare di soverchio le complicazioni di orchestra e lo svolgimento compiuto delle frasi. In conseguenza il peso e la lunghezza fanno degenerare qualche volta in maniera il suo stile. Sempre vi si fa dinanzi il lato individuale dell'Autore.
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