Spetta ai tempi il dirozzare quelle nature orgogliose, e il dirigere all'acquisto delle grandi idee tanta forza di sagrifizio. Ed il tempo converti alla Scienza profonda queste nature vigorose. Il vigore però si riunì tutto nel cervello, e creò un Popolo di Pensatori. La loro lingua, creata da Lutero e condotta a perfezione dal Goethe, rivela benissimo il genio scientifico degli Alemanni. Non v'ha aggettivo che non possa divenir sostantivo, il quale alla sua volta è capace di sostantivizzarsi ancora di più, tanto che da Ich (Io) si fa Ichheit che nella nostra favella suonerebbe Iità. Ciò dinota la tendenza a generalizzare. Inoltre con svariate proposizioni fanno opera a segnare ogni lieve gradazione del Pensiero, imperocché se l'Arte si tien paga ad un pensiero indefinito, la Scienza vuol determinare con precisione i propri concetti. Nientedimeno i più chiari scrittori Alemanni per noi stranieri riescon nebulosi, non mica per l'indeterminatezza della parola, come affermano il Nefftzer ed il Dollfus(5), ma al contrario per la ricchezza della lingua quasi impossibile ad esaurire da coloro che non sono alemanni. I Tedeschi adunque voglion penetrare nell'intimo delle cose e cogliere il rapporto che corre fra di esse, di sorta che compongono la Scienza sistematica, la quale, come l'Hegel istesso afferma(6), degenera alcune volte nel formalismo di costruzioni arbitrarie. Essi fanno uso di Scienza dapertutto, ed una volta io fui commensale ad un banchetto in cui dopo aver lautamente desinato, si aprì una tornata accademica sui globuli del sangue, nella quale il fisiologo Schultz parlò a dilungo e rispose impassibilmente alle obbiezioni del famoso fisico Dove.
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