I facitori di scherzi musicali si scusano col dire che i Napoletani amano di essere dondolati coi canti da strada, e però eglino tengon modo di soddisfarli per carpir l'applauso. Io peno a creder ciò del Popolo che ha fatto plauso ad un'opera così drammatica e malagevole ad intendere come il Roberto del Meyerbeer; ma in qualunque modo dico che l'Artista vero scrive come gli dice l'animo, detta ma non riceve legge, perfeziona ma non corrompe il gusto di un Popolo, volge lo sguardo al trionfo futuro e stabile, ma non al facile e transitorio plauso del momento. Io voglio sperare, per l'onore dei miei concittadini, che oramai usati alla severa Musica del Verdi non facciano tale festa a quella Musica fanciullesca da far tenere per vera una certa voce, la quale dice aver eglino perduto l'antico gusto musicale, amando nel canto le grida e nella composizione le tarantelle.
E ciò basti di simigliante Scuola. Non si creda però che queste parole di rimprovero sieno dettate da una particolar disposizione dell'animo mio. Spero che da questo libro si scorgerà ch'io non ho predilezioni esclusive; che amo l'Arte e non questo o quel Maestro, e che intendo sopra ogni altro a classificare le varie ed opposte Scuole. V'ha però un genere di Musica che per la sua futilità non si classifica, ma si rigetta fuori l'Arte tra i balocchi ed i trastulli de' bimbi.
Volgiamo un poco lo sguardo alla Francia ed all'Inghilterra per dimostrare che queste Nazioni non hanno, non hanno avuto, né potevano avere una Scuola di Musica nazionale.
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