Fa mestieri dimostrare il perché gl'Inglesi non hanno prodotto una Musica originale? Io tengo sia superfluo. Non dico se poneste il piede a Londra, ma solo se conosceste di persona un Inglese vi rendereste accorti che con quel carattere freddo, calcolatore, egoista, con quella natura in somma da trafficante non si può creare altro che macchine materiali, politiche e sociali. Altro suono non intendono appieno che quello dell'oro, altre oscillazioni che quelle della Borsa, altro Ideale che il realissimo di California, altro pungolo che l'orgoglio e la vanità personale; di guisa che io dico che non amano davvero la Musica, ma ne fanno le viste, per non esser tenuti da poco e reputati da meno degli altri abitatori di Europa.
C) L'AVVENIRE DELLA MUSICA
Qui pongo termine al mio discorso sul presente della Musica, e mi apparecchio a volgere uno sguardo nel futuro, senza che mi tremino però le vene ed i polsi. E chi sei tu che osi interrogare l'avvenire? Né un folle, né un profeta, anzi dirò schiettamente che non ebbi mai troppo a cuore il facile prognosticare, e sogghigno degli avventati vaticini; ma è pur mestieri confessare che se torna impossibile il delineare esattamente un avvenire rimoto, non è poi opera cotanto malagevole lo scoprire la vita della domane. E non vi par egli che nella critica del presente sia di già inchiusa una certa determinazione dell'avvenire immediato o prossimo che si voglia? Il germe di quel che io dirò brevemente sull'avvenire si trova nascosto tra le cose discorse, di guisa che a me non resta da fare altro che svolgerle maggiormente.
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