E qui M. Scudo si dà sin la pena di raccontare al paziente lettore i saluti fatti al cavaliere, le svenevolezze delle giovanette, che in segreto son prese di amore per lui, ed infine dopo una lunga cicalata, che io peno a ricordare e vieppiù a descrivere, si prende porto, cioè il cavaliere ed una di quelle damine si pongono a cantare quel duetto che M. Scudo sembrava aver messo in obblio. Questa descrizione infastidisce il lettore sì perché riesce estranea al lavoro, come perché sfornita affatto di grazia.
È questa la Critica di M. Scudo. In verità il lettore ci potrà domandare del perché ci demmo la pena di farne parola; ma noi abbiamo di già espresso il nostro divisamento, e poi intendiamo che M. Scudo ci sia come di occasione per trattare qualche importante questione, come p. e., quel che sia l'originalità, e se il Mercadante abbia o pur no l'originalità.
M. Scudo non crede il Mercadante di altro degno che di queste poche parole: Musicien instruit et fort habile, mais à qui le ciel a refusé le don de l'originalité. Après avoir marché aussi sur les traces de Rossini, et s'être ingénié à reproduire la manière de Bellini, le voilà qui ambitionne aujourd'hui la triste gloire de M. Verdi. L'opéra d'ELISA E CLAUDIO, son premier succès, est resté son meilleur ouvrage(16).
M. Scudo ha gettato sulla carta, così per caso, queste poche parole, e va innanzi senza darsi molta pena del Mercadante, e di quel che ha detto. Ma noi vorremo arrestarlo un poco, e mostrargli come in pochissime parole fu fecondo di molti errori.
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