Due volumi dati alle stampe, non importa il come, valgono a cavare M. Scudo dalla classe degli scioperati, ma lo tengono fermo in quella dei dileggiatori dei grandi. Questa plebe fra noi abbonda, ed è sventura somma che in Napoli noi medesimi ci adoperassimo a voler distruggere quei pochi che ci onorano. Da questa superficialità, e starei per dire malignità di pensare, nacque quella opinione cui accenna anche M. Scudo, che il Mercadante cioè sia abile nell'Arte sua, ma non abbia immiginazione, inspirazione e genio. Ma che credono mai che sia il genio cotesti signori? Forse quello scribacchiare quattro versacci o qualche romanza, così all'improvviso, senza darsi la pena di studiar neanche la Grammatica? Forse quell'andar per la Città colla barba ispida, co' capelli scomposti, cogli occhi stravolti come persona preoccupata da una sua idea che ardentemente segue? Forse quel dare un calcio alle regole, alle tradizioni, al rispetto pei grandi, e creder così che il genio crei tutto e non s'imponga regola alcuna? Oh al certo questo non è ingegno, ma comoda ignoranza ed impostura. Questi ciarlatani veggendo, o per dir meglio, sapendo pel grido che ne corre, che il Mercadante è abile Maestro, e che lavora moltissimo le sue Opere, con ciò solo si credono autorizzati a destituirlo del loro prediletto genio. Ah sì ch'egli manca di cotesto genio strano, ma non è punto privo del vero ingegno. Di fatti se abbiamo provato che il Mercadante sia fornito di originalità, ne segue ch'egli debba essere ricco d'immaginazione, di genio e d'inspirazione, perché l'originalità è appunto la sintesi di queste facoltà e della obbiettività della rappresentazione, cioè di quella rappresentazione la quale compiutamente si pone alla vista di tutti, e non si nasconde per metà nell'animo dell'Artista.
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