Ed ha pure l'arte di fare dalla discesa di una frase alta e grave, rampollare il canto amoroso di due anime amanti. Così egli ne significa che le due anime sono circondate da quel mondo, vi appartengono, e pure se ne dividono. Il Finale del primo atto dell'Ernani ce ne porge un esempio.
c) L'Azione.
Il Verdi non trasanda l'Azione, anzi la segue e non mai l'arresta nei suoi progressi. L'unità ed il progresso dell'Azione nel Dramma consistono nella natura de' personaggi, i quali niente operano, nessun sentimento esprimono che non sia manifestazione di quell'unica situazione che informa il Dramma. Come vanno ordinate queste condizioni, così le rimanenti, cioè della Musica; l'unità ed il progresso di Azione della quale richiedono medesimamente che tutti i canti dei personaggi debbano sempre disvelare quell'unica situazione, e da poi che comincia il Dramma, insino a quando esso si riduce al termine, non mai arrestare con vane cantilene il rapido cammino dell'Azione. E però il Verdi abolisce spesso, ma non sempre quelle lunghe cadenze, quelle ripetizioni, quelle note che preparano il canto ed insieme ritardano l'Azione, e conserva sempre nei pezzi una misura così esatta, che non mai un suo canto reca fastidio, e sospende il corso dell'Azione. E la Musica non può altrimenti colorire l'Azione che seguendola nel suo processo, ovvero non arrestandola. Ad alcuni maestri insigni intervenne di creare divine melodie, ma poiché si piacquero di ripeterle reiterate volte in un medesimo momento, riuscirono senza alcun fallo ad infastidire gli spettatori, imperocché nella moderna Musica il Maestro non può a suo senno svolgere il corso di un avvenimento qualunque.
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