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      E sempre sparso nell'Opera, ci empie di ammirazione, il sentimento della presenza di un Dio punitore, sotto al cui sguardo si svolge la tela dell'avvenimento.
      Il Rigoletto ha situazioni vigorose, caratteri belli, ed ivi il Verdi ha potuto far mostra del suo ingegno colorendoli efficacemente. Di fatti se si esamina nel Rigoletto soltanto il quartetto del quarto atto, già si scorgono le varie passioni che muovono i personaggi. La leggiera, briosa e sprezzante canzone del Duca vi fa noto ch'egli è un giovane volubile, il quale ama le donne per sollazzarsene, e quando gli son venute a noja le abbandona. E ci accorgiamo della sua perizia nell'ingannarle, allorché dopo la spontanea ballata si pone con un canto passionato ed insieme derisorio a sedurre la bella figlia dell'amore. La Gilda con quelle note piene d'amore e malinconia ne dice che il suo candore fu turbato dal soffio di quello impuro, il quale ora la lascia deserta e piena dell'amore di lui. Lo spasimo di una tenera giovinetta che si riconosce tradita ed abbandonata, è dipinto in modo nuovo in quel pianto disperato della povera Gilda. Rigoletto non ha in questo pezzo un canto che ce lo possa designare bene e tutto innanzi, ma riconosciamo pure in quelle note con cui accompagna la Gilda, l'uomo che aveva un solo conforto alla sua deformità, e che questo gli è venuto a mezzo scemato. E mentre quest'anima medita la morte del Duca, ama con amore più pietoso la sua figliuola, quella creatura colpevole e pure sventurata. Non tralascio di notare che la donna, con cui il tenore tenta le prove, sia dalla Musica rappresentata in tutta l'impudicizia sua.


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La ragione della musica moderna
di Niccola Marselli
Editore Detken Napoli
1859 pagine 218

   





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