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      La stranezza dell'avventura, il terrore onde quegli animi sono oppressi, lo spavento per la ricordanza dello sguardo lucente e fiero della Zingana, tutto è dal Verdi rappresentato in un coro sommesso e sospettoso. La Musica qui ritrae con note basse e, direi, paurose, lo spavento ed il terrore di quei guerrieri. A mezzo della notte dicono che la Zingana appari, e uditosi in quel mentre lo squillo della mezzanotte, essi colpiti da quell'ora funesta, levano un grido di orrore e spariscono; e spariscono accompagnati da quelle note con cui esprimevano il terrore pel gufo, il che ne dice ch'essi si disperdono tremanti. Meraviglioso è pure questo racconto, perché col suo colorito prepara ed introduce l'animo in un campo spaventoso, e annunzia così il concetto mesto dell'Opera intera.
      Niente nel primo atto è pari a questo pezzo, pieno di carattere e di espressione. Segue l'aria del soprano. Il largo è condotto coll'Arte mirabile del Verdi. Di fatti il tacito principio del largo esprime il silenzio della notte; l'ansia d'un cuore che in quella quiete ode la voce del suo amante è rivelata da alcune note affannose e sollecite, ed infine il contento di quell'anima si appalesa in una frase divina e sempre ascensiva. La cabaletta alquanto monotona e leggiera che segue, ha il difetto di esser poco acconcia alla nobile donna che la dice. Ed il concetto dell'Opera, quel velo tristo che si va stendendo sugli amori d'una tenera giovanetta, il Verdi fa mostra di volerlo esprimere nel largo collo strumentale, ma non lo determina bene, e nella cabaletta non gli bada punto.


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La ragione della musica moderna
di Niccola Marselli
Editore Detken Napoli
1859 pagine 218

   





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