Pagina (156/218)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Ma bellissime sono le note con cui ripiglia la Zingana, perché accentate ed aspre mostrano la fierezza con cui quella perfida sprona Manrico alla vendetta. Indegna dell'Arte e dell'ingegno del Verdi è la ballabile e leggiera cabaletta in termine del duetto, la quale, per se poca cosa, è poi pessima conchiusione di duetto sì grande e sì pieno di carattere.
      L'aria del basso, per errore del Poeta, viene ad arrestare l'azione, epperò ad infastidire. È ben da ridere che chi si appresti ad un rapimento abbia l'animo di porsi per sì lungo tempo ad aspirare amorosamente. Nondimeno il Verdi usa dell'arte sua nel largo. Le note d'amore che vi pone sopra sono cupe come l'animo di chi le dice, e lo strumentale ne dipinge il mistero della scena. E qui si osservi come il Verdi in questo largo ne significa il carattere di quell'altero, e non l'isola dalla scena e dalla situazione generale. Così, parmi, doveva fare nel largo del tenore di cui abbiamo parlato or ora. Altri Maestri, a noi ben noti, forse avrebbero dato al Conte il canto di un giovinetto che rompa ne' primi lai amorosi, e tessuto uno strumentale giulivo e saltellante. Il largo però pecca di monotonia e quella frase espansiva ch'è la più bella, Ah! l'amore ond'ardo, avrebbe recato maggior effetto se veniva collocata a suo posto: di fatti se il Verdi ha concepito che quelle parole voleano una frase espansiva, perché incontrarsi una volta in esse, e non porvela su, ma invece farle ripetere con una frase somigliante alla precedente?


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

La ragione della musica moderna
di Niccola Marselli
Editore Detken Napoli
1859 pagine 218

   





Zingana Manrico Arte Verdi Poeta Verdi Verdi Maestri Conte Verdi