Venduto un core che mio giurò,
sinché trasportato da cieco furore la maledice. E Leonora già consunta dal veleno ed oppressa dal dolore grida, Manrico! e cade boccone per terra. È impossibile esporre i colori che il Verdi ha saputo dare alla morte di questa misera. Giace per terra abbracciata al suo Manrico, il quale ha intesa la virtù di questa sublime donna: ella stretta all'amante e col veleno che le divora le viscere parla l'estrema sua parola. Chi suggerì al Maestro frase cotanto piena di passione? Leonora dice:
Prima che di altri vivereIo voglio tua morir,
ed una frase ascensiva mostra l'aspirazione di quest'anima, e com'ella raccolga ogni possa per manifestare a Manrico il suo sagrifizio; e la frase nel suo punto culminante è rotta a mezzo ad esprimere il veleno che tronca la parola, e qui i violini dell'orchestra con indescrivibile arte ne fanno sentire il serpeggiare della morte in quel corpo imbiancato e pallido. Scende dalla sua altezza la frase e sulle parole, Io voglio tua morir, rallenta in modo, che n'esprime lo spossamento che succede al supremo sforzo, e il dolore della infelice nell’abbandonare Manrico. Il quale ripiglia, rivolgendo contro di se la maledizione scagliata sull'innocente Leonora, ed una frase che manifesta la disperazione e il dolore di quel giovane trovò il Verdi. Ma questo spettacolo di due anime che muojono amandosi non era intero se il Conte di Luna non avesse provato il rimorso di vedere che per un'anima celeste gli sponsali della morte sieno più belli di quelli d'un uomo feroce.
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